Sappiamo che gli edifici realizzati in legno sono solidi, flessibili, resistenti e isolati a livello termoacustico, e garantiscono salute, benessere, sicurezza e risparmio ai suoi occupanti.
Per tutte queste ragioni il legno è considerato il materiale principe della bioedilizia, soprattutto residenziale: scegliere di realizzare la propria casa in legno significa minimizzare lo spreco di energie e risorse non rinnovabili e sposare uno stile di vita ecologicamente sostenibile.
Oggi vogliamo entrare un po’ più nel tecnico e confrontare i principali metodi costruttivi che impiegano il legno come materiale strutturale primario, per capirne caratteristiche e performance. Iniziamo!
Sistemi costruttivi a struttura portante in legno
Indice dei Contenuti
I principali sistemi costruttivi in legno si differenziano per le diverse tipologie di struttura portante; le più diffuse sono sicuramente le strutture a telaio e quelle a pannelli pieni in X-Lam. Altre soluzioni costruttive presenti sul mercato vengono per lo più proposte da alcune aziende per differenziare l’offerta e distinguersi dalla concorrenza, ma non possono considerarsi vere e proprie “alternative” rispetto alle soluzioni strutturali più conosciute.
Le case prefabbricate a telaio
Una tipica struttura di una parete a telaio è costituita da colonne in legno bilama o lamellare avente un passo variabile da 50 ad 80 cm su cui sono fissate su entrambi i lati lastre in osb, pannelli multistrato o fibrogesso, che assolvono la funzione di controvento strutturale.
I vuoti tra i montanti verticali sono riempiti di isolante (lana di roccia o fibra di legno). Sul lato interno è in genere presente un freno vapore e una controparete impiantistica, mentre l’esterno è finito a cappotto isolante intonacato (in lana di roccia, fibra di legno o sughero).
Questo sistema ricorda da vicino i telai americani, ma si distingue da essi per la presenza di un cappotto e di una controparete, che ne aumentano di molto gli spessori e il potere termoisolante. Anche il dimensionamento strutturale è maggiore, per soddisfare le severe norme italiane in materia di antisismica.
Lo spessore complessivo di una moderna parete a telaio varia tra 30 e 40 cm. Spessori maggiori raggiungano alti valori di isolamento termico, ma i costi salgono di conseguenza.
La tipica realizzazione del telaio avviene all’interno di uno stabilimento; in questo caso calza a pennello la definizione di “case prefabbricate” in quanto si tratta di un procedimento industriale vero e proprio in cui le pareti vengono preassemblate su banchi di lavorazione, compresa la predisposizione dell’impianto elettrico (corrugati e scatole per gli interruttori), infissi esterni con avvolgibili (se previsti) montati e sigillati, posa del cappotto (in molti casi è già presente l’armatura protettiva ed una prima intonacatura). Un telaio prefabbricato è definito “platform frame“.
Qualche azienda sceglie di assemblare il telaio in opera sul posto (in questo caso si parla di “baloon frame“); quest’ultima soluzione si presta per la realizzazione di edifici su terreni difficilmente accessibili dagli imponenti mezzi di trasporto delle pareti prefabbricate, ma si tratta di casi sporadici, pur essendo possibile il raggiungimento di ottimi livelli qualitativi della costruzione.
Le pareti a pannelli X-lam
I pannelli X-Lam sono costituiti da tavole di legno incollate tra loro a strati incrociati, con modalità pressoché analoghe al legno lamellare. L’X-Lam si presta per la realizzazione di pareti, tetti e solai e può essere impiegato tanto nelle abitazioni singole, quanto negli edifici multipiano.
Lo spessore ed il numero degli strati incrociati dei pannelli X-Lam è variabile; in tempi recenti prevalgono larghezze di 10-12 cm a 5 strati (per edifici multipiano si cresce proporzionatamente all’altezza).
Al pari del telaio, all’esterno viene montato il cappotto isolante, in questo caso di spessore maggiore, in quanto viene meno la coibentazione tra i montanti. Si arriva tranquillamente a misure di 16-20 cm per il solo cappotto, contro i 6-10 del telaio; fibra di legno, lana di roccia e sughero restano i materiali maggiormente impiegati.
All’interno viene applicata una controparete per il passaggio degli impianti finita con lastre in fibrogesso o cartongesso stuccate e tinteggiate.
L’assemblaggio delle pareti viene effettuato direttamente in cantiere e non in stabilimento, pur impiegando elementi industriali pretagliati che riducono i tempi per il montaggio della struttura grezza.
Gli spessori complessivi di pareti esterne non differiscono di molto rispetto alle strutture a telaio e di conseguenza il rendimento energetico è abbastanza simile.
Il caso delle blockhaus
Un accenno a parte meritano le strutture blockhaus (o log house). Si tratta di costruzioni a pareti massicce formate dalla sovrapposizione orizzontale di travi di legno. Tali pareti vengono lasciate esternamente “a vista”, senza rivestimenti ed isolamenti a cappotto di facciata. Per questo motivo gli edifici blockhaus si prestano soprattutto alla costruzione in zone alpine e di montagna (molto meno nei centri urbani delle nostre città, anche per gli inevitabili problemi di manutenzione). Le proprietà del legno infatti consentono la realizzazione di edifici sicuri e termicamente confortevoli, pur senza raggiungere le prestazione energetiche ottimali delle soluzioni a telaio o in xlam.
X-Lam e Telaio a confronto: vantaggi e limiti
Premessa fondamentale: in entrambi i casi siamo di fronte a sistemi costruttivi seri e collaudati, mirati al raggiungimento di un comfort termico ottimale e valori di isolamento energetico elevati, in grado di realizzare edifici antisismici, sicuri e duraturi, resistenti al fuoco, agli urti ed all’umidità. Ovviamente ci sono alcune differenze che possono spostare la nostra scelta da una parte o dall’altra, in base alle nostre esigenze specifiche.
Costi e Performance Energetiche
La realizzazione delle pareti a telaio prefinite direttamente all’interno dell’azienda consente di svolgere un gran numero di lavorazioni ancora prima di entrare in cantiere, riducendo i costi di manodopera e i tempi di esecuzione. Tali lavori non sono inoltre influenzati da pioggia, neve e maltempo, eliminando il rischio di ritardi esecutivi.
Per queste ragioni i costi delle case prefabbricate a telaio sono leggermente inferiori rispetto a quelli delle strutture X-Lam (circa il 5% in meno).
Il telaio consente inoltre il raggiungimento di valori superiori di coibentazione termica invernale, grazie al superiore isolamento dovuto alla diversa stratigrafia delle pareti esterne.
D’altra parte, la maggiore massa delle pareti in X-lam, dovuta ai pannelli di legno pieno, garantisce una superiore inerzia termica e, di conseguenza, più ore di sfasamento dell’onda di calore estiva. Questo permette un comfort maggiore nei mesi caldi, anche se il comportamento energetico è funzione di altre variabili, come tipo e spessore degli isolanti, orientamento dell’edificio, ubicazione e schermatura delle vetrate.
Condense, Crepe e Rischio Sismico
Il rischio di condense interstiziali (principale causa di fenomeni di marcescenza) è maggiore all’interno delle pareti a telaio, imponendo una scrupolosa cura delle nastrature per la tenuta all’aria e della posa dei freni al vapore a regola d’arte. L’X-Lam per sua natura assolve direttamente la funzione di freno all’umidità prodotta all’interno degli ambienti.
La maggiore elasticità delle strutture intelaiate rispetto a quelle in X-Lam richiede un piccolo periodo di assestamento dell’edificio realizzato, che può dare origine a qualche cavillatura nei cappotti e nelle finiture interne.
La sicurezza in caso di terremoto è sostanzialmente analoga tra i due metodi per gli edifici ad uno o due piani. Per le costruzioni di maggiore altezza è preferibile optare per i pannelli X-Lam, più rigidi e pertanto maggiormente idonei a resistere alle sollecitazioni laterali dovute al vento.
Pianificazione e personalizzazioni
Come dicevamo, l’assemblaggio di una casa in X-Lam avviene per lo più in cantiere, consentendo una notevole flessibilità nella gestione di impianti e finiture; le strutture a telaio vanno stabilite a monte in fase di progettazione esecutiva, imponendo al committente di definire su carta ogni aspetto dell’edificio, prima di iniziare i lavori.
Per concludere, se anche tu stai pensando di costruire la tua casa in bioedilizia, approfondisci il tema delle Case in Legno prefabbricate, leggendo la Guida di Immobilgreen.it, scritta in modo chiaro e semplice, risponderà a tutte le tue domande sulla soluzione abitativa del futuro.
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Un solo appunto: relativamente al sistema x lam, il Prof. Andrea Bernasconi, consulente del Politecnico di Graz (A) e Professore di costruzioni in legno presso la Scuola di Ingegneria di Yverdon (CH), scrive:
“occorre prima di tutto dire molto onestamente e apertamente che questo è un tema decisamente nuovo, almeno tanto nuovo quanto la tecnologia strutturale x lam. Ed occorre anche onestamente affermare che regole specifiche su questo argomento non ce ne sono ancora.
Detto questo, la gerarchia delle resistenze richiede che si dimostri che la dissipazione di energia può avvenire senza che altri elementi della struttura, a carattere fragile o comunque non dissipativo, provochino il collasso prematuro della struttura stessa. Cioè che gli elementi non dissipativi siano provvisti di una sovraresistenza sufficiente a poter sviluppare la duttilità negli elementi ad essa preposti. Al momento le uniche indicazioni coerenti in questo contesto chiedono che le zone dissipative siano concentrate nei collegamenti e che questi collegamenti siano sufficientemente duttili in relazione alla classe di duttilità della struttura definita”.
Questa considerazione, alla luce del maggior numero di elementi dissipativi dati dalle connessioni meccaniche nel platform frame, spiega bene perché il comportamento della struttura a telaio è molto più performante rispetto all’x lam, in caso di sisma.
Le crepe nell’xlam compromettono la tenuta del cappotto e intonaco esterno?
Buonasera Gabriele e grazie per il suo intervento.
Come descritto nell’articolo, se parliamo di cavillature dovute a piccoli movimenti di assestamento, non c’è rischio per la stabilità e la sicurezza dell’edificio né tanto meno per l’isolamento termo acustico garantito dalla parete prefabbricata.
Si tratta quindi più che altro di una questione estetica e superficiale, facilmente risolvibile con l’ordinaria manutenzione riservata anche alle case in latero cemento, il cui intonaco può subire danni e negli anni senza dubbio si logora.
Se parliamo di crepe vere e proprie dovute a forti scosse di terremoto o ad altre cause di simile gravità, occorrerà verificare che non si creino infiltrazioni o condense per via di quelle crepe, ma soprattutto che non sia compromessa la sicurezza dell’edificio.
Il rischio varia anche a seconda del materiale isolante impiegato per il cappotto termico: l’EPS sarà chiaramente più resistente agli agenti atmosferici rispetto alla fibra di legno, ad esempio, e sarà anche più economico da sostituire, qualora occorresse.
A questo proposito, le suggeriamo la lettura del seguente articolo:
Materiali isolanti: Fibra di Legno, Lana di Roccia e Sughero
Sperando di averle chiarito i suoi dubbi,
Cordiali saluti
Lo Staff di Immobilgreen
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