Obbligo della Certificazione Energetica dell’Appartamento: Oltre le Ragioni Normative
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Dal 25 Luglio 2009 ogni atto di compravendita o locazione deve essere supportato dall’Attestato di Certificazione Energetica che indica la CLASSE DI CONSUMO per tutte le unità immobiliari. DAL 1 GENNAIO 2012 ogni ANNUNCIO IMMOBILIARE DEVE RIPORTARE LA CLASSE ENERGETICA.
Ormai è davanti a tutti il tema dello spreco energetico tra le quattro mura. L’acquisto di una casa, come quello di un’automobile, implica una spesa d’acquisto iniziale e spese mensili per il suo uso quotidiano (es. illuminazione, riscaldamento, ecc.).
Gli acquirenti di case, ora certificate, saranno capaci di capire i reali consumi o sprechi energetici. Il consumo energetico delle abitazioni è misurato in kWh/mq. Una casa in condizioni “medie”, oggi, consuma circa 150-200 kWh/mq mentre le costruzioni basate sul risparmio energetico permettono di raggiungere consumi inferiori ai 30 kWh/mq e vengono definite “CASE PASSIVE”.
Una differenza di consumi che si traduce in una minore bolletta del gas e dell’energia elettrica per il proprietario dell’immobile e una minore spesa energetica per lo Stato. Le case “certificate” in classe energetica “A” beneficeranno indubbiamente di un incremento di valore rispetto ad una di pari dimensione ma di classe energetica “G”. Il titolo ha infatti valore economico poiché certifica il risparmio d’uso dell’immobile, in pratica “quanta energia consuma la casa”, ed avrà durata decennale.
La certificazione energetica non obbligherà comunque a migliorare le performance energetiche degli immobili. La sua efficacia sarà apprezzabile soltanto se gli acquirenti e i locatari riusciranno a percepire il nesso tra il certificato e le minori spese d’uso dell’immobile. Soltanto in questo caso la certificazione riuscirà a dare un contributo importante sul piano dell’efficienza energetica.
Come disperde una casa?
Classificazione energetica degli edifici
Esempio
Appartamento condominiale di 70 mq in Roma.
Cosa comporta la differente classificazione energetica nei casi più frequenti?
Dall’attestato di certificazione energetica, consegnato all’acquirente, si evince che l’appartamento è in Classe energetica G
Il che comporta un Epi (indice di prestazione energetica) di 160 kWh/mq annuo con 11 200 kWh/anno di consumo energetico per il riscaldamento dell’immobile. Consumo di GAS METANO pari a 1 143 Nmc. pari ad una spesa di (dato di Marzo 2012) 940 euro/anno
Se l’appartamento fosse stato:
in Classe energetica F: 120 kWh/mq annuo con 8 400 kWh/anno consumo stimato di 857 Nmc di metano all’anno con una spesa stimata di 705 euro all’anno
in Classe energetica E: 90 kWh/mq annuo con 6 300 kWh/anno consumo stimato di 643 Nmc di metano all’anno con una spesa stimata di 530 euro all’anno
in Classe energetica D: 70 kWh/mq annuo con 4 900 kWh/anno consumo stimato di 500 Nmc di metano all’anno con una spesa stimata di 411 euro all’anno
ANALISI DEL RISULTATO:
La differenza sostanziale, quindi, tra un appartamento di 70 mq in Classe energetica “G” ed uno simile, di pari metri quadrati, in Classe energetica “D” si evidenzia in un risparmio annuo di 529 euro che, stimando una vita utile di 30 anni, comporta un risparmio di 15 870 euro.
Vale la pena acquistare un immobile in Classe energetica “G”?
Che valore immobiliare dovrebbe avere?
Due immobili uguali ma in classe energetica differente, posso valere allo stesso modo?
CONCLUSIONE:
La certificazione energetica degli edifici non è un punto di arrivo al quale tendere per documentare il rispetto di una norma, ma un punto di partenza, uno strumento strategico-gestionale in grado di supportare le scelte progettuali in vista di un miglioramento delle prestazioni energetiche complessive del sistema edilizio.