La casa consuma energia
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In un certo senso, gli edifici e le singole unità abitative sono paragonabili agli organismi viventi. Come nelle cellule viventi, infatti, una casa è composta di una parete esterna che la separa dal resto del mondo, da punti di scambio con l’esterno, impianti ed “organi” interni che funzionano di continuo e mettono in atto tutta una serie di meccanismi per consentire all’organismo di restare vivo, compreso il mantenimento di una certa temperatura.
Tutti questi processi consumano energia e, come succede per gli organismi, il consumo di energie richiede l’acquisizione di energia e produce degli scarti. La casa non fa eccezione e, oltre all’esborso economico necessario ad acquistare energia, come scarto produce CO2, l’anidride carbonica, uno dei gas serra più importanti e di cui l’uomo sfortunatamente, a causa del massivo utilizzo della combustione, è grande produttore.
Il problema non è piccolo, tanto che esistono trattati internazionali che, preso atto del danno sull’ambiente e sulla vita che l’inquinamento sta portando, regolamentano le emissioni di CO2 ed altri gas serra. Il più famoso è il Protocollo di Kyoto del 1997.
Politiche per l’efficienza energetica nell’edilizia: la classificazione energetica
Buona parte dei governi di tutto il Mondo si sta muovendo da anni per portare avanti politiche di abbassamento delle emissioni dell’anidride carbonica. L’Europa non fa eccezione con alcune Direttive sull’efficienza energetica quali la 2002/91/CE (Efficienza energetica: rendimento energetico nell’edilizia), la 2006/32/CE (Efficienza degli usi finali dell’energia e servizi energetici), la 2009/125/CE (Istituzione di un quadro per l’elaborazione di Specifiche per la Progettazione Ecocompatibile dei prodotti connessi all’Energia) ed infine la 2010/31/UE sulla Prestazione Energetica nell’Edilizia.
In Italia, già nel 2005 viene emesso il Decreto Legislativo 19 agosto 2005, n. 192 (e successive modifiche), in cui vengono definite le linee guida per l’Attestazione della Prestazione Energetica degli Edifici, APE, e viene fornita una scala di efficienza in Classi Energetiche, che va dalla G, la classe meno efficiente, alla A, la più performante. La Classe A, man mano che le tecnologie evolvono, viene ulteriormente suddivisa in A1, A2, A3 e A4, per adesso, indicando una continua ottimizzazione energetica.
Un’ulteriore classe è costituita dalle cosiddette case nZEB, Nearly Zero Energy Building, ovvero Edifici ad Energia Quasi Zero, che rappresentano l’ultima frontiera dell’edilizia sostenibile in fatto di efficienza energetica.
I criteri di valutazione
In pratica, attraverso l’elaborazione dell’APE, eseguita da tecnici specializzati e certificati che eseguono calcoli e valutazioni su diversi aspetti energetici, un edificio viene inserito in una delle Classi Energetiche proposte, in base a requisiti minimi di consumo e tenendo conto di:
- clima esterno e interno;
- caratteristiche termiche dell’edificio (involucro);
- impianto di riscaldamento e di produzione di acqua calda sanitaria (ACS);
- impianto di condizionamento dell’aria e di ventilazione;
- impianto di illuminazione;
- posizione ed orientamento degli edifici;
- sistemi solari passivi e protezione solare;
- ventilazione naturale;
- utilizzo di fonti energetiche rinnovabili, di sistemi di cogenerazione e di riscaldamento e condizionamento a distanza.
Ognuno di questi aspetti viene valutato tramite metodologie e criteri di classificazione e, oggi, la certificazione APE può essere richiesta anche attraverso servizi online.
Le Classi Energetiche
Il principale criterio utilizzato per stimare il consumo di una casa è l’Indice di Prestazione Energetica globale non rinnovabile: EPgl,nren, che è espresso in kWh/m2 anno, in relazione alla superficie utile di riferimento. È la misura del fabbisogno di energia primaria, non rinnovabile, che riguarda la casa.
L’EPgl,nren è la somma delle misure degli EP di diversi aspetti energetici. In particolare:
- della climatizzazione invernale ed estiva (EPH,nren ed EPC,nren);
- della produzione di acqua calda sanitaria (EPW,nren);
- della ventilazione (EPV,nren);
- dell’illuminazione artificiale (EPL,nren) e il trasporto di persone o cose (EPT,nren), nel caso del settore non residenziale.
Le metodologie di misurazione ed i requisiti minimi per ogni classe sono, naturalmente, definiti dal Decreto Legislativo 192/2005.
In base ai valori ottenuti di EPgl,nren si potrà identificare la Classe energetica di appartenenza della casa secondo la seguente tabella:
Come si migliora l’efficienza energetica di una casa?
Assieme alle Classi Energetiche si snoda tutto un mondo di progettualità edilizia finalizzata all’efficienza energetica e alla riduzione degli sprechi e dei consumi di energia. In questo filone si inseriscono a pieno titolo le Case in Legno, gioielli di risparmio energetico per costituzione, ma anche l’edilizia tradizionale, realizzata con tecniche specifiche di efficienza energetica, offre il suo contributo alla riduzione delle emissioni e degli sprechi.
Ricordiamo che esistono agevolazioni fiscali, come l’EcoBonus ed il Conto Termico per incentivare gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici.
Gli interventi più utili al miglioramento della classe energetica di una casa sono senza dubbio quelli sull’involucro dell’abitazione e quelli di ammodernamento degli impianti.
Abbiamo ampiamente parlato di involucro e di isolamento termico delle case in molti articoli. Ci teniamo a sottolineare, tuttavia, che una casa ben isolata dal punto di vista termico, in classe A, è fonte di grande risparmio energetico ed economico, arrivando a diminuire di 8-10 volte il costo annuale del riscaldamento, rispetto ad una casa con classe energetica G.
Anche l’ammodernamento degli impianti, specialmente quelli di climatizzazione, favorisce il miglioramento della classe energetica e, dunque, un grande risparmio nel tempo. L’utilizzo di fonti rinnovabili per la produzione di energia “pulita”, come quella prodotta da fotovoltaico e solare termico, offrono, inoltre, una riduzione delle spese per l’acquisto di energia dall’esterno, risparmio che si ripercuote positivamente anche a livello nazionale.
PER APPROFONDIRE, LEGGI ANCHE: Come rendere più Green la tua Casa
Per concludere
In Italia, purtroppo, sono ancora molti gli sprechi energetici ed il consumo di energia nelle abitazioni, con conseguente rilascio di emissioni dannose, è ancora alto.
Nel 2013 il 56% degli edifici italiani si trovava in classe G. Oggi le cose stanno un po’ migliorando, grazie agli obblighi di legge e ad una sempre più concreta consapevolezza green, e la percentuale di edifici di classe A+, A e B si trova tra il 7% ed il 13% rispetto al totale degli immobili comprati e venduti.
Riguardo al miglioramento della Classe Energetica, possiamo dire, in generale, che le cosiddette “Caratteristiche Green” portano ad una gestione efficiente ed efficace dell’energia e ad un risparmio concreto.
Soprattutto se integrate in una Casa in Legno che, grazie alle originali caratteristiche di progettazione, possiede sempre una classe energetica molto elevata, spesso certificata da Enti ed Istituti preposti.
Per saperne di più, consigliamo la scoperta della Guida alle Case in Legno, un utile introduzione a questo affascinante, sicuro e ecosostenibile modo di abitare.