I materiali della bioedilizia: la Canapa
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Bioedilizia significa utilizzare in campo edile tecniche, energie e materiali sostenibili da un punto di vista ambientale e della sicurezza per la salute.
A proposito di materiali, abbiamo già parlato del legno e delle sue eccellenti qualità in ambito costruttivo ed abitativo, ma in questo articolo parliamo di canapa, delle sue proprietà e del modo in cui può essere utilizzata nelle pratiche costruttive, come isolante e come costituente della struttura, sano e sostenibile.
Canapa, la pianta
La Cannabis sativa, nome scientifico della canapa, è una pianta della famiglia delle Cannabaceae. Se vi state chiedendo se si tratta della stessa pianta della marijuana, vi rispondiamo subito di sì, ma con delle distinzioni.
Anche se la pianta è la stessa, esistono diverse varietà ed alcune di queste, ad esempio la Cannabis indica, sono psicoattive, ovvero contengono dei composti, i famosi THC, che hanno effetti sulla psiche e sull’organismo e vengono utilizzati per scopi medici o come sostanza stupefacente.
La varietà di canapa priva di principi psicoattivi veniva coltivata, prima dell’avvento dei derivati del petrolio (come le plastiche), proprio per le sue proprietà di resistenza e versatilità in molti settori:
- per realizzare tessuti;
- da usare come fibra per fare carta e cartone (la prima Bibbia fu stampata su carta di canapa);
- per realizzare corde molto resistenti (usate anche in marina);
- per realizzare bio-plastica estraendo le resistenti fibre (parte della carrozzeria di un prototipo della Ford era fatta con fibre di canapa);
- nella cosmetica;
- in campo alimentare (olio, farina, semi);
- come bio-carburante.
La canapa è una pianta molto semplice da coltivare e non richiede uso di pesticidi. Fino alla prima metà del 1900 era ampiamente coltivata in molte regioni d’Italia, come Piemonte, Emilia Romagna e Puglia, rendendo il nostro paese il secondo produttore a livello mondiale di questo materiale.
Nella seconda metà del ‘900, purtroppo, a causa del proibizionismo dovuto alla varietà psicoattiva e all’avvento dei polimeri della plastica derivanti dal petrolio, l’uso della canapa subì un fortissimo decremento, tornando per molti anni nell’ombra. Ma oggi le cose stanno cambiando.
La canapa in Bioedilizia oggi
Negli ultimi anni, la canapa è stata riscoperta e nuovi studi stanno avvalorando e valorizzando le sue qualità, sia in termini di resistenza delle fibre che in termini di ecosostenibilità. La sua coltivazione è in rapida diffusione in tutta Europa e anche in Italia.
Un esempio di ribalta di questa materia prima è il Progetto Europeo Canapalea, terminato nel 2018 e finalizzato a favorire l’utilizzo della canapa nel settore delle costruzioni. Coinvolge diversi paesi europei tra cui Francia e Belgio ed il referente per l’Italia è l’ANAB (Associazione Nazionale Architettura Bioecologica).
Anche la bioedilizia, nella continua ricerca di materiali innovativi, ma rispettosi dell’ambiente e delle prestazioni energetiche, si è accorta che questa vecchia conoscenza poteva tornare ad essere utile.
La canapa possiede ottime qualità come:
- capacità di traspirazione;
- ottima resistenza;
- capacità di assorbimento dell’umidità;
- resistenza a muffe e batteri;
- basso grado di combustione.
Uno studio dell’ENEA sulla canapa condotto dal Centro Ricerche di Brindisi, nell’ambito del progetto EFFEDIL, ha evidenziato, infatti, che è possibile sostituire gli isolanti tradizionali o inorganici inseriti nelle pareti, come polistirene, fibra di roccia o di vetro, con le fibre di canapa, permettendo ad un edificio in laterizio di attenuare il flusso termico di circa il 30% e la trasmittanza della parete del 20%.
Inoltre, trattando le fibre di questa pianta con specifiche sostanze naturali, idrorepellenti e antimuffa, aumentano notevolmente la traspirazione e resistenza ai batteri della parete in cui essa viene inserita come isolante, nonché la resistenza alle fiamme, che, come sappiamo, è una delle paure più comuni sulle Case in Legno.
Anche per i trattamenti antisismici l’ENEA sta studiando dei pannelli in fibra di canapa che, grazie alle proprietà elastiche del materiale, permettono di contenere i crolli, fornendo comunque resistenza alle pareti.
Con una semplice lavorazione delle sue fibre, la canapa può essere impiegata anche nella realizzazione di mattoni, blocchi e pannelli, utilizzabili per gli usi più svariati, per nuove e vecchie costruzioni. Si possono fare anche intonaci, cappotti e massetti.
Tra l’altro, si tratta di un materiale estremamente economico e fa risparmiare anche sul minor bisogno di acqua rispetto al cemento. Inoltre, della canapa da costruzione si può usare tutta la pianta, dal fusto al fiore.
La prima casa prefabbricata in legno e canapa è in Italia
Nel campo residenziale, la canapa come materiale isolante e riempitivo di strutture a telaio prefabbricate in legno ha trovato per la prima volta applicazione a Mairano, piccolo comune in provincia di Brescia.
Qui il Dott. Nicola Bonali, grazie all’intuizione dell’Ing. Luca Zambarbieri e alla disponibilità dell’azienda Legno Camuna, di Boario Terme, ha visto realizzato il suo sogno di costruire una villa in bioedilizia con questo metodo innovativo: legno, calce e canapa prefabbricate.
Occhio alle truffe!
Nonostante la canapa risulti essere un ottimo materiale grazie alle caratteristiche delle fibre che la compongono, vanno fatte alcune importanti considerazioni.
Intanto, va detto che siamo nell’era di internet e dell’informazione veloce ed accessibile. È, dunque, facile che un’ottima intuizione possa degradare e diventare moda, rimbalzando tra un commerciante ed un giornale, perdendo di professionalità e concretezza.
Ad esempio, i bio-mattoni in canapa e calce, che rappresentano una valida alternativa ai mattoni tradizionali, possono essere utilizzati in molti ambiti, ma non in tutti. Vanno quindi fatte opportune verifiche e vanno studiati i contesti in cui inserirli.
Bisogna, dunque, come sempre, informarsi molto bene su come utilizzare la canapa nelle costruzioni, rivolgendosi a professionisti esperti in bioedilizia che sappiano valutare al meglio i progetti, e non cedere a slogan e campagne di vendita senza fondamento.