Terreno che vai, suolo che trovi
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La terra che calpestiamo facendo un giro in campagna o lungo un campo agricolo non è sempre la stessa. Infatti, la sua composizione e la sua tessitura, ovvero la dimensione dei suoi granelli, variano di zona in zona in base a diversi fattori ambientali come la natura delle rocce più profonde, il clima e l’interazione con gli elementi che si trovano sulla superficie.
Gli strati rocciosi presenti in profondità, uniti ad elementi esterni come acqua e sostanze organiche, reagiscono in modi differenti in base al clima.
Tutto questo processo, detto pedogenesi, ha come risultato finale la formazione del suolo che rappresenta l’ultimo stadio, più superficiale, della degenerazione delle rocce.
Ciò significa che in base all’origine geologica delle rocce profonde, sparse e diversificate in tutto il pianeta, al clima di un’area e alla presenza organica in superficie, troveremo suoli diversi per regioni diverse di territorio.
Un terreno agricolo, pertanto, potrà avere un suolo differente rispetto ad un terreno nelle vicinanze, magari soltanto perché nel sottosuolo sono presenti rocce formate da detriti alluvionali, mentre quello del versante opposto poggia su rocce vulcaniche.
La relazione tra il suolo e le colture
Il suolo e le coltivazioni presenti su un terreno agricolo hanno un rapporto simbiotico: uno dipende dall’altro. Il suolo fornisce alle piante i nutrienti, il supporto per le radici e la presenza di acqua, mentre le piante proteggono il suolo dall’erosione del vento e dell’acqua, forniscono materiale organico e permettono l’areazione ed il miglioramento della struttura superficiale del terreno.
Affinché sia proficua questa relazione con la vegetazione, un suolo deve possedere alcune caratteristiche che lo rendano più adatto a svolgere diverse funzioni nel rapporto con la pianta. Per questo, si possono evidenziare alcuni caratteri principali grazie ai quali è possibile distinguere i suoli nel loro legame con le colture.
Le caratteristiche dei suoli
Le principali caratteristiche per distinguere un suolo agricolo sono:
La tessitura
La tessitura di un suolo è determinata dalla granulometria delle particelle di cui è formato il terreno, ovvero dalla misura dei grani del materiale inerte che compone il suolo. Generalmente, per fini agricoli, si considera una profondità di circa 1 metro. La tessitura definisce la struttura del suolo in cui le piante introducono le radici ed è di fondamentale importanza nell’assorbimento dei nutrienti, per il ruolo di supporto fisico, nella capacità di ritenzione idrica e in altri processi necessari alla pianta.
Le tre grandi classi di misura delle particelle di un terreno sono:
- Sabbia – particelle più grandi (diametro fra 20 micron e 2 mm);
- Limo – particelle di media dimensione (fra 2 e 20 micron);
- Argilla – particelle finissime (con diametro minore di 2 micron).
Nella sua composizione, calcolata con le quantità in percentuale di queste tre classi, un suolo può essere definito come sabbioso, sabbioso-limoso, limoso, limoso-argilloso, argilloso. In realtà, le classificazioni granulometriche sono un po’ più complesse, ma, nel nostro contesto, ci basti capire che in base alla granulometria del suolo un terreno può assumere comportamenti molto diversi, riassunti nella seguente tabella:
La composizione
Un altro fattore determinante è, naturalmente, la composizione chimica del suolo, cioè quali elementi derivano dalla degradazione della roccia madre. In base alla natura di quest’ultima, infatti, il suolo conterrà minerali, metalli ed elementi nutritivi differenti. I più importanti per le piante sono azoto, fosforo, potassio, calcio, magnesio, zolfo, ferro ed altri.
Ad esempio, rocce di origine vulcanica avranno una maggiore quantità di zolfo e ferro, mentre i calcari conterranno più calcio e magnesio e così via.
Il grado di acidità (pH)
Importantissima caratteristica di un suolo è il suo grado di acidità, che si quantifica con il valore di pH del suolo. Infatti i nutrienti presenti in esso verranno assorbiti o meno dagli apparati radicali delle piante, anche in funzione del pH presente nel suolo.
La seguente tabella mostra i valori ottimali di assorbimento in base al pH del terreno:
Se ne deduce che un valore di pH attorno alla neutralità, ovvero tra i 6.5 e i 7.5, sia la condizione migliore per l’agricoltura, benché questo dipenda anche dal tipo di coltura che si intenda coltivare. Infatti, alcune piante prediligono suoli tendenzialmente acidi, come, ad esempio, le patate, le carote, il radicchio e il melo, mentre altre suoli lievemente più alcalini, come i cavoli, le zucche e il ciliegio.
Un modo molto semplice, anche se non precisissimo, per misurare il pH di un suolo è il seguente:
- raccogliere un cucchiaio di terreno da una profondità di circa 30cm;
- versare il terreno in un bicchiere pulito con circa 200ml di acqua distillata;
- mescolare per 1 minuto;
- immergere una cartina al tornasole per misurare il pH del composto, secondo le istruzioni della cartina utilizzata.
Per concludere
Il suolo rappresenta la componente più importante nel caso si voglia coltivare su un terreno agricolo. Conoscere il tipo di suolo consente di pianificare cicli di concimazione, tipologia di coltura, strumentazione per lavorare la terra e così via.
Un esperto può effettuare un’analisi del terreno per determinare con esattezza la tessitura, la composizione ed il grado di acidità di un terreno.
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