Il radon e la sua influenza sulla salute dell’uomo, anche in casa
Indice dei Contenuti
Abbiamo parlato di qualità dell’aria degli ambienti interni. Oggi, in particolare, parliamo di un pericoloso gas: il radon. Si tratta di un gas radioattivo presente in natura, nelle rocce e nei terreni. E’ molto pesante e la sua radioattività lo rende pericoloso per l’uomo, se inalato in alte concentrazioni, soprattutto in casa e negli ambienti chiusi. Purtroppo, si tratta di un nemico invisibile, spesso poco conosciuto, ma che, come dimostrato da diversi studi ambientali e medici e come specificato dall’Istituto Superiore di Sanità, provoca in caso di esposizione prolungata, circa 3100 casi l’anno di tumore ai polmoni in Italia.
Vediamo cos’è il radon, come si comporta e quali siano le contromisure da adottare per evitare di subirne gli effetti.
Il radon: un gas “nobile”
Il radon è un gas nobile che di “nobile”, nell’accezione sociale del termine, non ha proprio nulla, dato che, per il suo comportamento naturalmente radioattivo, risulta altamente dannoso per la salute dell’uomo.
Vengono, infatti, definiti “nobili” quegli elementi chimici che non interagiscono con altri elementi per formare composti, ovvero sono, essenzialmente, inerti. Questa incapacità di legarsi, tuttavia, non esclude la radioattività dell’elemento; il che significa che il radon libera particelle alfa, riducendo il suo peso atomico fino a trasformarsi, nel tempo, in un altro elemento (anch’esso radioattivo). Il processo è chiamato decadimento radioattivo.
Le particelle alfa interagiscono con alcuni processi metabolici del corpo umano, in particolar modo nella formazione della struttura del DNA, e innescano l’insorgere di cellule tumorali negli organi più esposti, molto spesso nei polmoni.
Il tumore al polmone è il terzo tumore più diagnosticato in Italia e colpisce mediamente in un anno circa 31.000 persone. L’Istituto Superiore di Sanità riferisce che circa il 10% di questi casi è dovuto ad una prolungata esposizione al radon. Ma dove si forma questo gas? Come entra negli edifici?
Da dove nasce il radon e come si diffonde in casa
Il radon viene generato dal decadimento radioattivo del radio, elemento presente in natura nelle rocce e nei terreni, nei tufi e nei graniti, ma anche nei derivati utilizzati dall’uomo, come le sabbie, quindi anche nel cemento e nei laterizi. Inoltre, si deposita nelle acque sotterranee profonde, liberandosi quando queste vengono in contatto con l’aria.
Generalmente è presente nell’atmosfera a basse concentrazioni, anche grazie ai movimenti delle masse d’aria dovuti alla ventilazione, ma quando si trova in zone più a rischio ed in ambienti chiusi, la sua concentrazione aumenta e può essere inalato e provocare danni alla salute.
Per lo più, entra nelle case, e negli edifici in genere, passando dal suolo attraverso micro-fessure a livello delle fondamenta, delle pareti dei piani seminterrati, con l’acqua dei pozzi o dalle condutture aperte.
Come misurare il radon
Il radon è un gas incolore, inodore e insapore. Insomma, non c’è modo di percepirlo attraverso i sensi. L’unico modo per conoscere la concentrazione di questo gas all’interno di un ambiente è quello di utilizzare degli strumenti atti alla misurazione delle particelle radioattive derivate dal radon. L’unità di misura di questa concentrazione è il Bequerel per metro cubo (Bq/m3).
In Europa, il limite di legge per la concentrazione del radon negli ambienti chiusi è oggi fissato a 300 Becquerel per metro cubo. Tuttavia, l’Italia risulta essere inadempiente rispetto alla direttiva europea, poiché questa non è stata ancora recepita e non abbiamo leggi sulla concentrazione di radon nelle abitazioni. Mancano anche serie misurazioni e mappature a tappeto delle zone più a rischio.
Nonostante il problema sia grave e sia stato già denunciato dall’Istituto Superiore di Sanità, dal Consiglio Nazionale dei Geologi e nonostante le insistenze di ISPRA e ARPA, che hanno il compito di monitorare la situazione riguardo al radon, non esiste, purtroppo, una seria normativa a riguardo.
Come difendersi dalle insidie del radon
Ci sono diversi modi per diminuire il rischio di contaminazione da radon. Innanzitutto capire se la propria zona sia a rischio. Alcune Regioni (Abruzzo, Lazio, Toscana, Emilia Romagna, Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Provincia di Bolzano, Veneto e Friuli V.G.) hanno creato mappe regionali basate sulle radiazioni del gas. Anche se le misurazioni sono state effettuate a campione e il monitoraggio dovrebbe essere costante, queste mappe possono rappresentare un punto di partenza per capire se sia il caso di approfondire con una misurazione specifica per la propria casa o il luogo di lavoro.
Per fare le misurazioni ci si può rivolgere a aziende specializzate, oppure utilizzare i kit di rivelatori a tracce del costo di circa 50,00 € a rilevatore.
Si tratta di piccoli dispositivi sensibili alle radiazioni che vanno lasciati negli ambienti per un periodo congruo di tempo. La misurazione della concentrazione di radon, data la sua grande variabilità nel corso delle stagioni, dovrebbe essere effettuata per una durata minima di un anno.
Una volta accertata la presenza sostanziale del gas, oltre i 300 Bq/m3, si potranno mettere in atto alcune contromisure:
- se non si è ancora costruito, si possono utilizzare pannelli impermeabili al radon tra il terreno e l’edificio;
- installare o aumentare l’efficienza di impianti per l’aerazione ed il ricircolo dell’aria;
- sigillare fessure, crepe e punti di contatto tra pavimentazioni e pareti;
- aumentare con impianti la pressione interna degli edifici per evitare l’ingresso del gas;
- tenere sotto controllo il livello di concentrazione con misurazioni periodiche.
Per concludere
Il radon è un gas molto pericoloso che si conosce troppo poco e che andrebbe considerato maggiormente anche a livello istituzionale. Possiamo, però, fare azioni mirate per verificarne la presenza nelle nostre case e contrastarlo.
Per fare le misurazioni ci si può rivolgere a aziende specializzate.
Quali ? In provincia di Lodi ? Piacenza ?