Insetti e case in legno: nemici giurati? Forse no

Insetti e Case in Legno: nemici giurati? Forse no

Piccoli pericoli invisibili… o quasi

Termiti, formiche, tarli del legno secco e umido possono costituire un potenziale pericolo per le case in legno se tetto e pareti esterne non assicurano un’assoluta tenuta.

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Il legno, infatti, è potenzialmente soggetto all’attacco di molti insetti xilofagi (mangiatori di legno). Le specie presenti sul nostro territorio sono, fortunatamente, meno aggressive delle termiti africane e americane, ma il potenziale rischio non va sottovalutato.

Vediamo, in questo articolo, quali siano le specie di insetti potenzialmente più dannose, ma anche quali strategie si possano adottare per evitare il problema a monte.

Le specie di insetti più dannose per le case in legno

Tra gli insetti più pericolosi per le strutture in legno vi sono i cosiddetti xilofagi saprofiti. Ne indichiamo alcuni, della famiglia dei coleotteri, presenti nel nostro paese. Sono le larve a procurare i danni maggiori scavando delle gallerie all’interno del materiale in opera.

Vediamole nel dettaglio.

Capricorno delle case (Hylotrupes bajulus)

Capricorno delle case (Hylotrupes bajulus)

TIPOLOGIA DI LEGNO: attacca prevalentemente conifere (abeti, pini e larice), raramente latifoglie (quercia, pioppo, acero, salice, castagno). Aggredisce preferibilmente la parte giovane del legno (alburno), più chiara, leggera e umida.

DANNI: possono essere gravi se le strutture sotto attacco riducono di molto la loro resistenza meccanica (ad esempio nel caso delle travature dei sottotetti). Le gallerie formate dalle larve possono avere anche un diametro di 10 mm. I danni sono ingenti se viene intaccata la parte interna del legno o durame.

NOTE: molta umidità e temperature relativamente elevate (17-18°) favoriscono lo sviluppo di questo insetto, che si trova fino a circa 2.000 metri d’altitudine. Aggredisce preferibilmente il legno nei primi 80 anni di vita. Gli adulti sono dei buoni volatori e per questa ragione diffondono facilmente l’infestazione.

Tarlo dei mobili (Anobium punctatum)

TIPOLOGIA DI LEGNO: infetta principalmente il legno abbattuto o già in opera, sia di conifere che di latifoglie, innanzitutto nella parte giovane ma anche nel durame.

DANNI: è uno dei tarli più dannosi delle strutture e dei manufatti. Le larve scavano delle gallerie con rosura grossolana mescolata a escrementi. Il legno, anche se molto attaccato, non perde completamente la sua resistenza e la struttura è sempre riconoscibile.

NOTE: l’umidità dell’aria maggiore del 50% rappresenta una condizione di sviluppo ideale. Si trova comunemente nelle parti lignee di chiese, abitazioni, solai, magazzini, opere d’arte, travi.

Grande tarlo (Xestobium rufovillosum)

TIPOLOGIA DI LEGNO: attacca preferibilmente il legno abbattuto o già in opera, sufficientemente umido e duro come quercia, castagno, frassino e faggio; più occasionalmente si ritrova su olmo, noce, salice, pioppo e ontano. Raramente aggredisce conifere (solo quando con l’invecchiamento non viene più prodotta resina).

DANNI: sono seri soprattutto su travi, pavimenti e legno strutturale; può intaccare anche mobili e sculture.

NOTE: il nome deriva dal ritmico rumore che l’adulto produce sbattendo la testa, con funzione di richiamo sessuale, contro le pareti delle gallerie. È più frequente in ambienti umidi che hanno già favorito un attacco fungino del legno.

Lictide comune (Lyctus brunneus)

TIPOLOGIA DI LEGNO: la larva si sviluppa in condizioni d’umidità elevata e si insinua soprattutto nell’alburno delle latifoglie a legno tenero e con vasi grossi (quercia, acero, noce, frassino, eucalipto). Se il durame non è differenziato l’attacco avviene su tutta la sezione del tronco. Le sole specie che sembrano immuni sono il pioppo, il faggio e la betulla, mentre gli eucalipti vengono spesso attaccati da questo insetto.

DANNI: il Lictide comune ha ricevuto in passato scarsa attenzione, ma i danni che causa al legname in opera per infissi e mobili sono in realtà gravi e molto estesi dove l’alburno è la parte preponderante. Parecchie generazioni di Lictide si possono sviluppare nello stesso legno, riducendolo in polvere mentre è lasciato intatto un leggero strato superficiale, che si rompe alla più piccola pressione.

NOTE: i legnami stagionati artificialmente, ancora ricchi di amido, vengono attaccati più facilmente rispetto a quelli invecchiati naturalmente. Il faggio non è normalmente aggredito poiché il processo di disidratazione determina la scomparsa degli elementi nutritivi.

Le strategie per evitare problemi

La prima soluzione, da attuare in fase preliminare, è un’attenta scelta delle essenze legnose (possibilmente resinose), caratterizzate da un’adeguata stagionatura e da un processo di essiccazione in grado di eliminare l’eventuale presenza di larve o uova. Anche l’applicazione di un adeguato trattamento delle strutture lignee con impregnanti naturali traspiranti consente di prevenire il problema di un’invasione incontrollata di insetti.

Il cappotto esterno costituisce un importante elemento di protezione dell’edificio. Sotto lo strato di intonaco si trovano spesso pannelli in fibra di legno o una lana minerale, che sono ottimi isolanti naturali, ma offrono una protezione inferiore contro gli insetti rispetto ai polistireni riciclati. Molto validi sono anche i cappotti isolanti in sughero, i cui alti costi, però, incidono notevolmente sul prezzo finale.

Il tetto costituisce un elemento delicato dell’abitazione, in cui il legno è maggiormente esposto all’azione usurante degli agenti atmosferici. Le intercapedini devono essere sigillate in modo da rendere del tutto impossibile l’accesso a roditori e insetti.

Fondamentale è la manutenzione ordinaria dell’edificio in legno. Si tratta di un’operazione semplice ed economica, ma va adattata alla specifica zona climatica, in base all’effettiva incidenza della radiazione solare, alle escursioni termiche, all’umidità presente nel corso delle stagioni.

Periodicamente, quindi, andrà compiuta una verifica generale dell’edificio, in modo da controllare l’eventuale presenza di crepe nel cappotto esterno e nel tetto, di cedimenti dei giunti e dello strato di intonaco, con l’applicazione di una mano di impregnante sugli elementi in legno a vista.

Naturalmente, in caso di invasione di insetti ormai iniziata, la soluzione è una ditta di disinfestazione.

Conclusioni

Per concludere, la scelta di una buona ditta costruttrice è, comunque, garanzia di una buona tenuta agli insetti, ma non va sottovalutata l’importanza di un’adeguata programmazione delle manutenzioni a carico del Cliente.

Le case in legno vantano una durata potenziale paragonabile a quella di qualunque abitazione tradizionale, ma sta soprattutto agli occupanti la responsabilità di assicurarne il mantenimento con le dovute attenzioni ed un uso corretto.

 

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