La pioggia è una risorsa
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Il quadro sui consumi di acqua fornito dall’ISTAT in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua 2017, rivela che negli ultimi anni è aumentata la tendenza ad ottimizzare la risorsa acqua, grazie ad una diffusa, ma non ancora sufficiente, coscienza ecologica nell’evitare gli sprechi.
Nei comuni capoluogo di provincia si utilizzano circa 245 litri pro capite di acqua potabile al giorno. Non sono pochi. Tra l’altro, va considerato che circa la metà dell’acqua potabile che si usa in casa non è utilizzata per scopi potabili o per cucinare, ma per fare pulizie, ricaricare sciacquoni, irrigare orti e giardini, lavare automobili, ecc. Per tutte queste necessità si può utilizzare un’altra fonte di acqua, gratuita e preziosa: la pioggia.
Vediamo come è fatto un sistema per la raccolta e l’utilizzo delle acque meteoriche, quanto costa e come fare per risparmiare acqua e soldi.
Il sistema di recupero delle acque piovane
Esistono essenzialmente 2 tipologie di impianto: per uso irriguo o per uso domestico. Spesso anche integrati. In generale, comunque, un impianto per raccolta ed utilizzo di acqua piovana è formato essenzialmente da:
- Filtro – necessario a trattenere i residui solidi dalle acque raccolte. A seconda dei sistemi, se ne dispongono diversi in vari punti e per gradi di filtraggio.
- Serbatoio – generalmente interrato o, comunque, in una posizione ribassata rispetto alla superficie di raccolta. Laddove non fosse possibile scavare a fondo, si possono installare serbatoi schiacciati o più serbatoi collegati in parallelo. La capienza va dai 1000 ai 10.000 litri, in base alle esigenze.
- Impianto di aspirazione – formato dal filtro di aspirazione e dalla pompa che muove l’acqua all’interno della rete di distribuzione.
- Sistema di distribuzione – è costituito dalle tubazioni che portano l’acqua alle utenze. È fondamentale che i tubi utilizzati siano marcati in modo evidente per evitare contaminazioni, dato l’utilizzo di acqua non potabile e non purificata microbiologicamente.
- Centralina elettronica – è necessaria per gestire i sensori di livello, la pompa, le valvole e tutti i componenti elettrici che fanno funzionare l’impianto.
Il dimensionamento dell’impianto di recupero delle acque piovane è un passaggio fondamentale che deve esser fatto da professionisti esperti del settore. Per una corretta valutazione si dovranno prendere in considerazione diversi parametri, come la piovosità dell’area, la superficie di raccolta, il materiale da cui è composta la superficie ed il fabbisogno idrico dell’abitazione.
È importante, comunque, che sia presente il doppio impianto, ovvero, quello di raccolta e quello della rete idrica tradizionale, sia per avere acqua nei periodi di siccità, sia per avere sempre a disposizione acqua potabile.
Come detto, infatti, per evitare contaminazione a causa di acqua non trattata, i tubi devono essere chiaramente marcati e sui rubinetti che la erogano deve essere presente un’evidente segnaletica di non potabilità dell’acqua.
In alcuni casi, è anche possibile potabilizzare l’acqua raccolta, ma sarebbe necessario l’uso di diversi filtri (carbone, roccia) e composti chimici come iodio e cloro ed il sistema, in questo caso, sarebbe sconveniente economicamente e non garantirebbe comunque la potabilità costante, al contrario dell’acquedotto, che viene controllato costantemente.
I costi dell’impianto di recupero
A seconda del tipo di impianto il costo di un sistema completo varia moltissimo. Influiscono le distanze da coprire, lo scavo da fare, il tipo e la grandezza del serbatoio e la complessità della centralina. Oltre, naturalmente, alla manodopera per la realizzazione fisica.
È quindi sempre opportuno farsi fare più di un preventivo alle medesime condizioni per valutare con maggiori informazioni e più cognizione.
Diciamo, comunque, che un impianto di raccolta delle acque può far risparmiare anche più del 50% di consumi di acqua e ha una durata molto lunga, permettendo di ripagare l’investimento in circa 10-15 anni.
Possiamo dire che un piccolo impianto, da circa 2000 litri può avere un costo indicativo di circa 1000 – 1500€, mentre impianti più grandi possono arrivare a costare fino a 6000€.
L’acqua è un bene prezioso
La legge 244/2007, all’articolo 1, comma 288 chiede che, oltre alla certificazione energetica, per ottenere il permesso di costruire siano necessarie anche delle caratteristiche dell’edificio “finalizzate al risparmio idrico e al reimpiego delle acque meteoriche”. Questo è un segnale importante del fatto che anche le istituzioni si rendano conto che l’acqua è un bene prezioso.
È, comunque, importante per tutti imparare a gestire l’acqua domestica in modo consapevole ed ecologicamente compatibile, ad esempio non aprendo completamente i rubinetti (esistono rubinetti a scatti), preferendo una doccia breve alla vasca da bagno, utilizzando cassette wc a doppio tasto, razionalizzando i tempi di irrigazione ed usando elettrodomestici a basso consumo di energia ed acqua.
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Ma posso raccogliere l’acqua piovana, filtrarla, potabilizzarla e usarla in casa? Esistono impianti che lo fanno? La legge cosa dice? Grazie